Recensione-haiku #2: Sette spose per sette fratelli (1954) di Stanley Donen

12 febbraio 2014 § Lascia un commento

"Ecco qua, tesoro, ora ti sbatto in cucina. E restaci!"

“Ecco qua, tesoro, ora ti sbatto in cucina. E restaci!”

Per la serie “Ha più garbo un giardiniere a effettuare una vasectomia”: sbattuti contro fondali sui quali manca solo la firma Scenografie by Giggino di San Gregorio Armeno, un boscaiolo si sposa una tappa in due secondi, i sei fratelli di lui scoprono “la fessa” (cit.), si deprimono e fanno come i Romani con le Sabine. Trionferanno l’amore (?), il maschilismo, la sindrome di Stoccolma e gli ormoni sottintesi in mancanza di altro. Trullallero trullallà.
Diversamente da (tante) altre opere del suo stesso genere, questo film giustifica il paragone che faccio spesso tra il musical e il porno, simile a quello che David Foster Wallace faceva con i film ricchi di effetti speciali.
Leggete quanto segue come preferite: Ben Hur, Titanic e Il Signore degli Anelli: Il ritorno del Re hanno vinto 11 Oscar ciascuno. Questo invece ne ha vinto uno su cinque. Domande? Sigla nel frattempo:

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